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Si rafforza la filiera Unaprol: il debutto dei frantoiani di Foa

Si rafforza la filiera Unaprol: il debutto dei frantoiani di Foa

La prima assemblea in presenza e un siciliano alla guida. Un documento programmatico per il prossimo triennio guiderà la via della nuova associazione, all'insegna di sostenibilità etica e ambientale

17 settembre 2021 | T N

È l’avvocato siciliano Elio Maria Menta, proprietario del frantoio Terra Surti di Sortino (Siracusa), il nuovo Presidente di FOA, Frantoi Oleari Associati.
Lo ha stabilito l’assemblea dei soci riunitasi nei giorni scorsi a Roma durante Evootrends, l’evento organizzato da Unaprol e Fiera Roma.
L’associazione, che ha avviato da poco la sua attività, al momento conta più di 180 strutture in tutto il territorio nazionale.
Durante l’assemblea sono stati nominati anche il vicepresidente, il pugliese Pietro Leone, e il consiglio di amministrazione composto dal siciliano Mario Terrasi, dal calabrese Michele Librandi, dai pugliesi Maria Francesca Di Martino e Piervito Colonna, da Angelo Petolicchio della Campania, Gennaro Montecchia dell'Abruzzo, Pietro Scibilia del Lazio, Domenico Fazio della Toscana e Aurelio Podda della Sardegna.

Abbiamo incontrato tanto il presidente uscente, Gennaro Montecchia, che ha dato il calcio d'avvio all'associazione, sia in neo presidente Elio Menta per capire con che spirito la nuova associazione si presenterà alla filiera olivicolo olearia.

- Gennaro Montecchia, primo presidente di Foa che ha battezzato la nascita dell'associazione nel marzo 2021. Cosa ti ha convinto ad assumerti questo onere?
Tanti dei colleghi che frequento hanno sempre ravvisato la necessità di creare un luogo di confronto e di crescita. Negli ultimi anni questo tipo di impresa ha fatto grandi passi verso la definizione di una professionalità più certa e riconosciuta ma ancora c’è tanto da costruire soprattutto nei confronti delle istituzioni che troppo spesso, soprattutto per quanto riguarda le attività di controllo che, essendo numerose e non coordinate all’interno di un unico piano, rischiano di alimentare in tanti il senso di frustrazione. Il ruolo del frantoio è sempre più associato dal consumatore italiano al territorio di appartenenza e alla qualità del prodotto: occorre sempre più aiutare le imprese frantoio a sentirsi interpreti di un prodotto di eccellenza che rimanda ad un attento e scrupoloso controllo del processo produttivo che solo loro, come imprese, possono assicurare. Il frantoiano vive sempre da protagonista la sua gestione imprenditoriale ma può rischiare di essere individualista. Occorre strutturarsi per essere più capaci di gestire le maggiori criticità, cito ad esempio la gestione dei sottoprodotti, e farle diventare opportunità di maggior reddito. La proposta dello scorso marzo l’ho assunta con questo preciso impegno: sostenere la costituzione di una associazione di imprese che abbia tra gli scopi principali il superamento di ogni polverizzazione del comparto. Semplicemente motivare i frantoi a creare spazi di condivisione tra le imprese e tra i vari attori della filiera.

- Elio Menta, giovane, siciliano e frantoiano. Non necessariamente in questo ordine. Rappresentare i frantoiani nazionali, dal Trentino al Salento è una sfida. Olivicolture diverse, territori differenti, storie imprenditoriali disomogenee. Cosa vi unisce?
L’8 marzo ho avuto l’onore e la fortuna di partecipare, in rappresentanza dell’associazione regionale di frantoi AFO Sicilia, alla costituzione dell’associazione nazionale. Sin dalle prime battute abbiamo condiviso il bisogno di promuovere un nuovo modello di impresa frantoio dove l’attenzione alla sostenibilità etica e ambientale possa fare da presupposto alla diffusione di una cultura per il consumo consapevole di olio EVO italiano di qualità. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia abbiamo già vissuto un grande momento di aggregazione durante la due giorni degli Evootrends: in questa recente esperienza ho avuto modo di conoscere e confrontarmi con le imprese e in un clima di entusiasmo e giovialità ci siamo ritrovati a condividere una comune passione: il nostro stare insieme nasce dalla comune esigenza di promuovere lo sviluppo delle nostre eccellenze territoriali con uno sguardo solidale alle situazioni più difficili: cito la difficile situazione dei nostri colleghi frantoiani salentini alle prese con la devastante Xylella. E’ evidente che non esiste una soluzione valida per tutto e in assoluto soprattutto se si considerano i diversi contesti territoriali di appartenenza degli associati. Dobbiamo ascoltare attentamente il territorio per individuare in ogni esperienza dei possibili percorsi di innovazione.

- Elio Menta, i primi 100 giorni sono sempre quelli che segnano una presidenza e una consiliatura. Quali le priorità per i tuoi primi 100 giorni da presidente Foa?
Diciamo che il tragitto è stato già solcato dal Documento Programmatico per il triennio 2021-2023. Durante tutto il mese di luglio, infatti, noi frantoiani ci siamo confrontati sui i maggiori temi che caratterizzano la gestione dell’impresa frantoio. Questo documento è quindi il frutto del nostre esperienze condivise che  è stato poi presentato e approvato proprio durante la recente Assemblea nazionale. Tutti noi consiglieri abbiamo accettato questo delicato incarico consapevoli che è nostro preciso compito rendere operative tali istanze. E’ lo stesso approccio ci ha permesso di iniziare a conoscerci meglio. Sono proprio questi momenti di scambio ci portano a considerare il FOA come uno spazio di dialogo e partecipazione dove condividere tutti i problemi ed elaborare scelte operative nuove. Sicuramente tra le prime priorità che porrò in agenda ci sarà la questione legata alla gestione dei sottoprodotti: ci impegneremo per trovare soluzioni e risposte alle esigente di sostenibilità ambientale del frantoio con particolare riferimento alla giusta valorizzazione dei sottoprodotti tenuto conto della imminente campagna olivicola.

- Gennaro Montecchia, ora sei nel CDA di Foa. Un consiglio pieno di giovani. Quale contributo ti piacerebbe offrire, oltre la saggezza?
Tante volte le persone riconoscono in me senso di appartenenza e di condivisione. La mia umanità mi lega decisamente ai valori della terra e della famiglia. Non a caso il significato di uomo è legato al significato di terra: la parola “uomo” che deriva dal vocabolo latino homo, hominis, è strettamente legato ad humus, “terra”. Nella vita ho imparato ad essere estremamente concreto e credo fermamente che per essere umili (humus) e conservare la propria autenticità non bisogna mai discostarci dalla terra. Voglio semplicemente essere me stesso e aiutare i nostri giovani consiglieri ad essere concreti e a vivere con entusiasmo e passione questo nuovo servizio.