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Il Ceta divide il mondo agroalimentare: scontro tra Ettore Prandini e Cesare Baldrighi

Dopo la manifestazione davanti a Montecitorio della Coldiretti, insieme ad altre sigle, si è scatenata la bagarre di dichiarazioni e controdichiarazioni, compreso un duro scontro a distanza tra il vicepresidente dell'associazione agricola e il presidente dell'Aicig

07 luglio 2017 | C. S.

Il Ceta ha spaccato a metà il mondo agricolo con Agrinsieme che ha auspicato una veloce ratifica e la Coldiretti scesa in piazza per chiedere al Parlamento italiano di bocciare l'accordo.

L'accordo di libero scambio tra Ue e Canada ha portato anche a un durissimo scontro a distanza tra il vicepresidente nazionale di Coldiretti, in predicato di acquisirne la leadership, Ettore Prandini e il presidente di Aicig (associazione delle denominazioni d'origine) nonchè del Consorzio Grana Padano, Cesare Baldrighi.

Un simile confronto al calor bianco non si vedeva da mesi in campo agroalimentare.

Ha acceso le polveri Ettore Prandini:

E’ veramente squallido leggere dichiarazioni contrarie al buon senso e soprattutto agli interessi dei produttori che si dovrebbe difendere. E’ quanto afferma il vicepresidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare le dichiarazioni del presidente del Presidente del Consorzio di Tutela del Grana Padano Cesare Baldrighi a difesa del trattato di libero scambio tra il Canada e l’Unione Europea che per la prima volta autorizza all’estero l’utilizzo della traduzione inglese Parmesan del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, per formaggi che non hanno nulla a che fare con le due specialità Made in Italy piu’ vendute nel mondo. Un precedente disastroso a livello internazionale - sottolinea Prandini - per gli allevatori ed i caseifici impegnati nella produzione dei due formaggi che hanno proprio nelle imitazioni il concorrente piu’ temuto all’estero. Peraltro - continua Prandini - lo stesso direttore del Consorzio di Tutela del Grana Padano aveva messo sotto accusa pubblicamente il trattato con il Canada per la gestione delle quote all’importazione dei formaggi che senza chiarimenti danneggerà la produzione originale italiana a favore delle copie canadesi. Le dichiarazioni di Cesare Baldrighi sono ancora piu’ gravi alla luce del suo ruolo di presidente di Aicig (Associazione italiana Consorzi Indicazione geografiche) considerato che su un totale di 291 denominazioni italiane riconosciute, la grande maggioranza di 250 non gode di alcuna tutela con l’accordo. Siamo evidentemente di fronte – conclude Prandini – ad un grave autolesionismo forse stimolato e interessato da prospettive che non hanno nulla a che fare con i produttori di formaggio.

Affermazioni dure, a cui ha prontamente risposto Aicig e il suo presidente:

Rispetto il parere di tutti e non giudico squallidi quelli non in linea con il mio. Li giudico diversi, solo diversi. Perciò rispetto anche il parere del Vicepresidente Coldiretti Prandini, diverso dal mio sugli effetti del CETA relativamente ai prodotti DOP e IGP. Non è mio compito esprimere pareri su argomenti diversi dai prodotti certificati ma da Presidente del Grana Padano e di AICIG un mio giudizio era doveroso. Lo ho esposto solo dopo aver raccolto il parere dei consorzi soci di AICIG, alcuni dei quali si sono anche pubblicamente espressi in merito.
Gli effetti di un accordo si possono misurare esclusivamente sui risultati concreti che ne derivano. Io sono convinto che grazie all’accordo CETA il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano aumenteranno sensibilmente le esportazioni in Canada. E sono convinto che ciò avverrà anche per il Gorgonzola, l’Asiago, il Provolone, i Prosciutti di Parma e San Daniele, l’Aceto Balsamico e tanti altri prodotti DOP e IGP. La prova la avremo solo il primo anno successivo alla sua attuazione.
Solo a quel punto constateremo chi sbagliava nel giudicare gli effetti del CETA sui prodotti DOP e IGP.
Se avrà avuto ragione Prandini non avrò difficoltà ad ammetterlo, assumendone piena responsabilità e chiederò scusa.
Se avrò invece ragione io il Vicepresidente Coldiretti, almeno sui prodotti DOP e IGP, farà altrettanto?

Visioni contrapposte e divergenti sul futuro dell'agricoltura e dell'agroalimentare nazionale che forse segnano una ripresa della conflittualità nel settore primario italiano.