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Capotavola ha fatto tappa a Frascati

Durante una due giorni nella suggestiva cornice di Villa Tuscolana si sono potuti assaggiare i piatti più rappresentativi e storici che fanno parte della cultura del territorio laziale e dei castelli romani

23 luglio 2010 | T N

Ha fatto tappa martedì 13 e mercoledì 14 luglio nella città di Frascati l’evento itinerante “Capotavola - Alla ricerca dei piatti perduti”, un omaggio alle eccellenze nascoste e genuine della tradizione culinaria italiana.
Questo giro d’Italia patrocinato dal Ministro del Turismo in collaborazione con la Regione Lazio e il Comune di Frascati, è stato lo spunto per rilanciare a livello locale e nazionale i piatti più rappresentativi e storici che fanno parte della cultura del territorio laziale e dei castelli romani.
Un appuntamento sul territorio alla scoperta di ricette e antichi sapori non solo legati alla buona tavola ma anche alle eccellenze turistiche regionali e dove non sono mancate dimostrazioni pratiche dell’arte culinaria e pasticcera di rinomati chef locali.
È stata una due giorni aperta al pubblico nella suggestiva cornice di Villa Tuscolana a Frascati, che ha visto esibirsi sui fornelli stimati chef e pasticceri e ha permesso nel contempo a tutti gli ospiti presenti di degustare i prodotti tipici del territorio.



L’evento, che ha dato vita all’omonima trasmissione in onda su Rai2 sabato 31 luglio alle ore 11.15 e sabato 7 agosto alle ore 11.15, ha visto durante i due giorni, sotto l’abile conduzione di Alessandra Canale, la presenza di due madrine di eccezione: Maria Scicolone e Elena Coniglio.
In rappresentanza dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio è intervenuta il Sindaco di Canino (VT) Lina Novelli, membro di Giunta Nazionale. Nell’occasione ha avuto la possibilità di commentare i piatti tradizionali preparati dagli chef presenti.




I soci Laziali dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio

Ancora una volta l’evento Capotavola è l’occasione per dare uno sguardo più attento alla presenza dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio in Lazio, che con 18 soci copre un territorio di colline ammantate di oliveti, abbazie medioevali e vestigie romane.

La Tuscia, territorio ricco di storia, vede al suo interno la presenza, tra i soci, tanto della Provincia quanto della Camera di Commercio di Viterbo. Il Comune di Canino, con una storia antica che parte dagli Etruschi, ha ospitato anche Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone, e la famiglia Farnesi, che dette i natali a papa Paolo III.
Accanto a Canino, il comune di Cellere, graziosa cittadina, che si trova in una posizione pittoresca, grazie ai boschi che la circondano ovunque ed al panorama notevole di cui gode. Ci sono poi il Comune di Nepi, particolarmente famosa per la sua acqua e per il motto della stessa: Nepe civitas, nobilis atque potens, in cuius fertilissimis agris balnea scaturiunt salutifera ("La città di Nepi, nobile e potente, nei cui campi fertilissimi sgorgano acque salutifere") e il Comune di Vetralla, situato in posizione dominante e facilmente fortificabile, nel cuore del territorio degli Etruschi.



Anche la Sabina conta numerosi soci, prima tra tutti la Provincia di Rieti.
Famosa Fara in Sabina, il luogo dove secondo la tradizione sarebbe avvenuto il ratto delle Sabine, che si trova a pochi kilometri dall’Abbazia di Farfa, monastero dell’ordine dei benedettini, nonché luogo dell’Oleoteca Regionale.
Castelnuovo di Farfa è sede invece del Museo dell’Olio della Sabina. Concludono la carrellata sui soci della Provincia di Rieti i comuni di Mompeo, Montopoli di Sabina e Poggio Moiano.



Tre sono i soci della Provincia di Latina: Lenola, Sonnino ed Itri, famosa per il Castello, possente fortezza medioevale, alta e maestosa, collocato sulla parte più elevata della collina denominata Sant'Angelo, e per il Santuario della Madonna della Civita, uno dei più antichi d'Italia;
Concludiamo il tour dei Soci laziali con i comuni della Ciociaria, Boville Ernica, circondata dalla cornice naturalistica delle valli del Sacco, del Liri e del Cosa, Monte San Giovanni Campano, famoso per il castello nelle cui prigioni fu rinchiuso San Tommaso d’Aquino e Vallecorsa, ricca di uliveti, che si caratterizza per la coltura in terrazzamenti costruiti su muri a secco: un'opera unica nel suo genere.