Articoli
Gli italiani sempre più preda di cattive abitudini
Meno sport e più snack. Cresce anche il numero di fumatori. Preoccupa il rapporto tra giovani e alcol, diffusa in particolare l’abitudine all’”aperitivo”
07 marzo 2009 | T N
Il 20,5% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni consuma alcolici fuori pasto.
Lo certifica il Rapporto âOsservasalute 2008â, frutto del lavoro di 266 esperti di sanità pubblica, presentato all'Università Cattolica di Roma e coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Il dato conferma un trend fortemente in ascesa, visto che rispetto al 2001 il numero di minorenni che assume alcol anche lontano dai pasti è aumentato di ben 5 punti percentuali.
In particolare l'uso di aperitivi alcolici tra i ragazzi è salito dal 19,3% al 24,2% e dei super alcolici dal 10,8% al 12,7 dei consumatori under 18.
Nonostante ormai siano certificati i danni provocati dal tabacco e il costo delle sigarette sia in continua crescita, sono in aumento i fumatori: dai dati dello scorso anno i fumatori uomini sono aumentati dello 0,5%, arrivando al 28,8% e le donne dello 0,8%, raggiungendo il 17%.
In costante diminuzione il numero di italiani che hanno dichiarato di praticare attività sportiva nell'ultimo anno. Dal 20,9% del Rapporto 2007, quest'anno si è scesi al 20,5%: in pratica fa sport ormai solo un italiano su 5.
Logica conseguenza del poco movimento e' l'aumento di peso dei cittadini italiani, che si confermano sempre più grassi. I cittadini in sovrappeso, in Italia, secondo gli ultimi dati forniti da Osservasalute, sono passati dal 33,5% del 2005 al 35%.
Ad avere un'alimentazione poco salutare e molto sregolata sembrano essere soprattutto gli uomini, in sovrappeso nel 43,8% dei casi. La percentuale delle donne "appesantite" è invece del 26,8%.
La spiegazione di questi ultimi dati, oltre che nella poca attitudine degli italiani a fare sport, si può anche trovare nel crescente consumo nella popolazione di snack salati: in quattro anni, infatti, si è passati dal 54,6% al 56,8% dei consumatori.