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L'indigesto caso Pinelli diventa un libro a firma di Adriano Sofri

Si apre con il settimanale "L'Espresso" la corsa alle anticipazioni del nuovo volume del leader di Lotta Continua, sull'episodio delle morte dell'anarchico milanese, morto in circostanze poco chiare

08 gennaio 2009 | T N

Ci sono voluti degli anni prima che l'uomo condannato in qualità di mandante dell'assassinio del commissario Calabresi mettesse nero su bianco la sua versione dei fatti. Il 15 dicembre 1969 morì in circostanze poco chiare l'anarchico Giuseppe Pinelli e da allora i seguaci di Lotta Continua, capitanati da Adriano Sofri, sconvolsero l'Italia mettendola a ferro e fuoco, e sangue su sangue si versò nel nome dell'ideologia, portando a un imbarbarimento generale della società.

Ora, a distanza di tanto tempo, questo di Sofri è l'ennesimo tentativo di ricostruire quegli anni a partire dagli incartamenti legali, con i numerosi procedimenti giudiziari che si sono susseguiti negli anni. Ma questa volta si attende la sua voce, visto che ha avuto un ruolo da protagonista.

La vicenda dell'anarchico Pinelli ha diviso il Paese, e a partire da quell'episodio il figlio del commissario Luigi Calabresi, il giornalista Mario, ha scritto un toccante libro (Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo, Mondadori)
che fa luce sulle tante anomalie di allora e di oggi (link esterno).

Ora dunque c'è Sofri, il leader di Lotta Continua che si è tramutato nel corso degli anni in Maître à penser vezzeggiato e veneratio dalla classe intellettuale italiana. Sofri Adriano, nato a Trieste il primo agosto 1942, ha trascorso nove anni in carcere e ora è agli arresti domiciliari per ragioni di salute. Si è sempre proclamato innocente, anche se in questo libro si riconosce "corresponsabile" dell'assassinio del commissario Luigi Calabresi, per aver detto o scritto "sarai suicidato".
Il volume sarà presto in libreria.



Adriano Sofri, La notte che Pinelli, Sellerio 2009