Articoli

L'agricoltura che accoglie. Nasce la Rete delle Fattorie Sociali

Iniziato come fenomeno spontaneo e pioneristico, oggi fa perno su circa duemila realtà operanti sul tutto il territorio nazionale. Una sfida che guarda al futuro

12 luglio 2008 | T N

L'Agricoltura Sociale racchiude tutte le attività agricole che generano benessere nei confronti di persone svantaggiate: persone indebolite da contesti non inclusivi e guardano all'attività agricola come ad un'opportunità di benessere; agricoltori, operatori sociali, ricercatori, professionisti, tecnici, enti, organizzazioni, cooperative, fondazioni, istituti, onlus che in tutte le regioni italiane sono impegnati o intendono impegnarsi a vario titolo nella diffusione di questa esperienza.

Sollecitare Governo e Regioni nella definizione delle politiche pubbliche per l'agricoltura sociale, con il concorso di tutte le diverse figure che già vi operano, è il compito che si prefigge la Rete Fattorie Sociali, che, partita come fenomeno spontaneo e pioneristico, conta oggi su circa duemila realtà operanti sul territorio nazionale ed è considerata una specifica area di intervento della politica di sviluppo rurale in quasi tutte le regioni, nonché parte integrante delle attività di ricerca, animazione e formazione attraverso rapporti con Ue, Inea, Arsia, Arsial, province di Roma, Torino, Pordenone e Università di Pisa e della Tuscia.

La rete può oggi contare sull'impegno congiunto di organizzazioni nazionali quali Acliterra, AIAB e ALPA, ma permane la volontà di costruire una realtà aperta alla partecipazione di altre organizzazioni agricole e del mondo del Terzo Settore.

La sfida attuale per la Rete è definire strategie comuni a tutti i soggetti che vi ederiscono per la promozione della multifunzionalità e del sociale in agricoltura. L'assemblea di oggi proporrà a tal fine la costituzione, informale e libera da vincoli associativi, di una Comunità di Pratiche dell'Agricoltura Sociale in Italia, così come avviene in altri Paesi dove da tempo si opera in direzione di metodologie d'intervento fondate sulla cittadinanza attiva e sulla progettazione partecipativa.


Fonte: MIpaaf