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Rivoluzione Zaia al Ministero delle politiche agricole: abolita la livrea di ordinanza
Nell'anno del centenario, commessi e uscieri del Palazzo di via XX Settembre potranno finalmente indossare gli abiti normali. Si tratta di un segnale culturale e sociale importante, che azzera l'Italia dei privilegi
28 giugno 2008 | T N
"Togliere la livrea agli uscieri del cosiddetto 'piano nobile' del palazzo è un segnale importante per quell'Italia dei privilegi, delle caste e dei servaggi che sogno di riformare da quando ho iniziato a far politica con il partito al quale mi onoro di aderire". Con queste parole, in una lettera al Capo di Gabinetto del Mipaaf Giuseppe Ambrosio, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia lo ringrazia per aver dato immediato seguito alla sua idea di consentire ai commessi e agli uscieri del Palazzo di via XX settembre di indossare abiti normali, al posto della livrea di ordinanza.
"Nessuno â spiega il Ministro nella sua lettera - ha diritto di usare il lavoro di un uomo in livrea. Nessuno, per guadagnarsi il pane, deve indossare i panni della servitù. Soprattutto quando ciò avviene in un luogo pubblico". "Sono certo che mio padre e mia madre, persone semplici e vigili nei costumi dei loro figli, sarebbero d'accordo su una decisione che, senza voler sminuire le tradizioni, vuole essere un gesto di attenzione nei confronti di chi lavora all'interno del Ministero e insieme un segno di rispetto nei confronti della storia che alberga in questo palazzo, che proprio il 20 giugno ha celebrato i suoi cento anni di vita".
La scelta di far smettere la livrea ai commessi, "un gesto con il quale ho inteso dare alla mia presenza in questo Ministero â spiega Zaia - un significato anche culturale e sociale", giunge infatti proprio nel centenario dalla posa della pietra per la costruzione del Mipaaf, luogo ricco di storia, arte e cultura.
Il Palazzo verrà presto aperto al pubblico "perchè tutti possano fruire â ha detto Zaia - delle opere d'arte in esso custodite". Come, ad esempio, il Salottino Cavour, dal nome del conte che per primo intuì l'importanza di creare un dicastero ad hoc per l'agricoltura; le vetrate del Cambellotti, che decorò anche quelle della Casina delle Civette, all'inerno di villa Torlonia, visitata ogni anno da migliaia di turisti; la Biblioteca Storica, che conta più di un milione di volumi, alcuni dei quali molto antichi e rarissimi, come il trattato De Agricultura Vulgare di Pietro De' Crescenzi del 1511.
Il centenario dalla costruzione dell'edificio di via XX Settembre, dunque, segna un importante momento di innovazione e ammodernamento della vita del Mipaaf, ma anche un'occasione "per riscoprire e promuovere la conoscenza â ha concluso il Ministro Zaia â di un patrimonio artistico unico nel suo genere, testimonianza concreta di come l'agricoltura sia parte fondante e insostituibile della nostra storia passata, del nostro presente e dello sviluppo futuro del Paese".
Fonte: Mipaaf