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CONTADINI O FIRMACARTE? SONO QUATTRO DURI MESI ALL'ANNO DI COSTRIZIONI: "AIUTO, HO IL MAL DI BUROCRAZIA!"

La sezione pugliese della Confederazione italiana agricoltori presenta un articolato dossier in cui si denunciano le gravi difficoltà nelle quali incappano gli imprenditori agricoli. Vere e proprie catene di moduli e tante angherie

05 maggio 2007 | T N

“Sedici ore alla settimana, otto giorni al mese, quattro mesi all’anno è il tempo medio che un’impresa agricola impiega per soddisfare le complicazioni della burocrazia”. Lo ha affermato oggi a Bari il presidente della Cia Puglia Antonio Barile durante la conferenza stampa nella quale è stato presentato un dossier sulla complicazione burocratica in agricoltura e le proposte per la semplificazione.

“Vere e proprie catene di moduli - ha detto Barile - strangolano l’agricoltura pugliese e frenano la sua competitività. In queste settimane decine di migliaia di agricoltori pugliesi sono alle prese con un insopportabile groviglio di adempimenti burocratici. Una farragine di adempimenti sta creando malcontento e sconcerto nel mondo agricolo”.

“La Cia Puglia - ha aggiunto il presidente regionale - denuncia il rischio che le attuali angherie burocratiche mettano in gravi difficoltà le basi della democrazia nel nostro Paese. Si sta indebolendo la fiducia dei cittadini-agricoltori verso le istituzioni e le stesse organizzazioni professionali agricole, che pure ogni giorno si affannano a sopperire alle carenze della pubblica amministrazione”.

“Il dossier sulla burocrazia in agricoltura elasborato dalla Cia Puglia - ha sostenuto Barile - evidenzia quanto complicata sia diventata la gestione di un’impresa agricola. Ogni agricoltore deve fare i conti con la lentezza nel rilascio del carburante agricolo dall’Uma (Utenti motori agricoli). Con la complessità delle domande per gli aiuti della Pac (Politica agricola comunitaria) e la complicazione dei bandi regionali per fruire dei fondi Por per gli investimenti nelle aziende agricole. E con le procedure defatiganti per conseguire il patentino fitosanitario. Ma anche con i ventiquattro passaggi per avere l’autorizzazione allo svolgimento dell’attività agrituristica”.

“Le imprese agricole che vogliono misurarsi anche con la valorizzazione delle produzioni attraverso vendita diretta, la cosiddetta filiera corta, si ritrovano - ha rimarcato - in un vero labirinto burocratico che di fatto disincentiva gli agricoltori a percorrere questa strada. L’attuale normativa e i funzionari preposti al rilascio delle autorizzazioni non tengono conto della particolarità delle aziende del settore agricolo, soprattutto zootecniche. Infatti gli allevatori devono compiere quindici adempimenti. Addirittura i produttori del vino poi sono tenuti a rapportarsi con ventuno enti pubblici diversi. Inoltre, sono 29mila le domande di sanatoria per 38mila ettari di vigneti che in gran parte dal 2001 giacciono presso gli uffici dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, con il rischio reale di far perdere i diritti ai viticoltori se le pratiche non saranno istruite entro il termine Ue del 31 dicembre 2007. La Regione Puglia è l’unica a non aver completato l’istruttoria”.

“La Cia Puglia chiede - ha evidenziato Barile - una profonda semplificazione per rendere facile la vita agli agricoltori e alle stesse pubbliche amministrazioni. Lo Sportello Unico per le imprese previsto dalla Legge Bersani è un punto importante ma non sufficiente. Per l’agricoltura è necessaria l’informatizzazione dei procedimenti amministrativi e l’unificazione delle ‘banche dati’ intorno ai fascicoli aziendali Agea, per evitare di presentare la stessa documentazione alla Regione e agli altri enti. Vanno attuate a pieno le ‘Leggi Bassanini’ che impongono alla pubblica amministrazione l’utilizzo dell’autocertificazione. Il rilascio del patentino fitosanitario può essere conseguito adottando la cosiddetta formazione a distanza”.

Il presidente regionale Barile ha concluso affermando che “la Cia Puglia, infine chiede l’istituzione di una Commissione permanente per la semplificazione presso la Presidenza del Consiglio Regionale, composta da rappresentanti delle organizzazioni agricole e delle amministrazioni pubbliche competenti.”