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GLI AGRONOMI E FORESTALI ITALIANI SI MOBILITANO. “TUTTI IN PIAZZA IL 12 OTTOBRE A ROMA” INVITA IL PRESIDENTE MERCURIO
Dopo la posizione soft del luglio scorso qualcosa sembra cambiato nell’atteggiamento del Conaf. Toni risoluti e decisi. “E’ ora di cambiare strada, ci aspettavamo molto di più dal Governo. Soprattutto maggiore concertazione. Molte promesse sono state disattese” si sfoga Pantaleo Mercurio
07 ottobre 2006 | Alberto Grimelli
Dopo lâemanazione del decreto Visco-Bersani, che ha sorpreso molti, il Presidente Mercurio annunciava, proprio su queste pagine (www.teatronaturale.it/articolo/2762.html) di non voler far scendere la categoria in piazza, anzi di cercare il dialogo col Governo.
A distanza di due mesi molto è cambiato.
Prima una lettera aperta pubblicata sul portale web dei Dottori Agronomi e Forestali (www.conaf.it), poi lâannuncio della mobilitazione.
Lâinvito a partecipare numerosi alla manifestazione unitaria delle professioni il 12 ottobre prossimo a Roma è costante e pressante. Circolari, comunicati stampa, telefonate, pubblicazioni.
Ora le parole del Presidente del Consiglio dellâOrdine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali, Pantaleo Mercurio.
- Eâ quantomeno strano il cambiamento nel suo atteggiamento, dopo tutto sono trascorsi solo due mesi da che annunciò che non avrebbe mobilitato la categoria
Non ho detto che non avrei mai mobilitato la categoria, ho semplicemente affermato che a luglio non vi erano le condizioni per atti ostili verso il Governo. Lo sciopero e le manifestazioni sono e devono restare lâultima arma, quando il dialogo è fallito. Due mesi fa ho voluto verificare se e quali spazi vi fossero per modificare il decreto, purtroppo non sono stati molti.
- Traspare delusione dalle sue parole, non vi è alcuna possibilità di concertazione col Governo
Non sono deluso, sono amareggiato. Mi auguravo che, specie di fronte alla compattezza degli Ordini e Collegi professionali, il Governo manifestasse la chiara volontà di aprire un tavolo di confronto. Eâ un fatto storico che tutti i 28 appartenenti al Comitato Unitario Permanente delle Professioni (Cup) abbiano presentato la stessa proposta di riforma delle professioni intellettuali. Abbiano superato le divergenze, abbiamo saputo mettere da parte le esigenze delle singole categorie. Credo che il Governo abbia sottovalutato la portata dellâevento. Dovrà ricredersi.
- Leggendo la proposta del Cup non paiono poi esserci tante differenze tra la posizioni del Governo e quelle dei professionisti. Abolizione delle tariffe minime, pubblicità , società e studi multidisciplinari. Molte più convergenze che divergenze
Il Cup ha fatto notevoli passi in avanti per venire incontro alle esigenze âliberalizzaticiâ del Governo, pur volendo salvaguardare le caratteristiche intrinseche delle professioni. Vogliamo infatti mantenere le tariffe professionali per le prestazioni di pubblica utilità e crediamo che la pubblicità vada sottoposta comunque al vaglio del codice deontologico di ogni categoria. Non si tratta di elementi di poco conto. Si tratta di una visione del professionista che tiene conto della sua valenza sociale, di tutela degli interessi generali e collettivi. Non siamo né artigiani né commercianti, non possiamo essere quindi assoggettati alle stesse logiche e politiche di libero mercato e del marketing.
-La protesta non si limita quindi ai soli contenuti del decreto Visco-Bersani.
Assolutamente no. Contestiamo profondamente la visione che questo Governo ha dei professionisti. Eâ stata montata una campagna denigratoria contro le professioni intellettuali, quasi che fossero caste attaccate al soldo e ai propri privilegi. Eâ inaccettabile. Nel corso della manifestazione del 12 ottobre a Roma, a cui confido parteciperanno moltissimi colleghi, non ci limiteremo comunque alla sola protesta, riaffermeremo con forza la proposta di riforma avanzata unitariamente dal Cup.
- Quella che si sta profilando è una battaglia Governo contro professioni?
Ribadisco, mi auguro che non si arrivi allo scontro frontale. Il nostro Paese ha bisogno delle competenze e dellâesperienza dei professionisti. Sono una risorsa indispensabile per la crescita, lo sviluppo e lâinnovazione. Purtroppo temo che si stiano riacutizzando, in Italia, vecchie logiche, da scontro di classe. Sarebbe un vero disastro.
- Immagino si riferisca allâultima manovra finanziaria
Equità e solidarietà sono termini che mi piacciono, ma non se accompagnati da misure coercitive e punitive. La revisione degli studi di settore, così come prospettata, sarà stringente e mirerà a far cassa. Si rischia di non tenere sufficientemente di conto della congiuntura economica negativa che si riflette inevitabilmente anche sulle possibilità di lavoro dei professionisti. Con lâagricoltura in profonda crisi, gli enti locali con sempre meno risorse economiche come si può pensare che tutti i Dottori Agronomi e Forestali navighino nellâoro?