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E’ VESTITA DI BIANCO, MA E’ UNA SUORA OSPEDALIERA TERRIBILE, BURBERA E CATTIVA
Una religiosa terrorizza pazienti e familiari, medici e infermieri. Non è possibile contrastarla: è troppo forte e psicologicamente inattaccabile. Forse l’abito aiuta. Perché allora – ci si chiede – questa donna si è consacrata a Dio?
30 luglio 2005 | Mena Aloia
Ha uno sguardo indifferente e severo, veste sempre di bianco e lavora nel reparto di chirurgia di un piccolo ospedale di provincia.
Non parlo di un infermiere, ma di una suora. Una suora che non riuscirò a dimenticare molto in fretta e che spero di non incontrare più.
di Peter Mullan, Scozia/Gran Bretagna, 2002" />
Il fatto di essere una suora non rende certo immuni da tutti i difetti, i vizi e le cattiverie che affliggono il resto degli esseri umani, ma una cosa forse ci aspetteremmo di trovare: un poâ di comprensione, soprattutto in certi particolari momenti della vita.
Eâ preferibile non fare il suo nome; un poâ per paura, lo confesso. La chiamerò suor Dolores, che era invece la mia insegnante di latino e che per anni ha terrorizzato unâ intera classe di adolescenti molto poco propensi ad ascoltarla.
Anche la suor Dolores che vi sto raccontando terrorizza tutti, e tutti farebbero volentieri a meno di sentirla, ma è un poâ difficile ignorarla quando qualcuno è costretto a stanziare suo malgrado in un letto di ospedale. Non aiuta certo a rendere questo difficile soggiorno forzato meno penoso.
Lei decide ogni cosa nel SUO reparto.
Anche dottori e infermieri hanno rinunciato a contrastarla. Alcune regole possono essere condivise, come ad esempio il rispetto tassativo dellâorario di visita, ma i modi con i quali ottiene questo rispetto un poâ meno. Innanzitutto bisogna sincronizzare il proprio orologio con il suo, perché se accidentalmente capita di arrivare in reparto tre minuti prima, non fa fede neanche lâorologio dellâentrata principale: si viene buttati fuori. Poi, se si invadono gli altri reparti poco importa.
Quando lei entra in stanza sono dolori, altro che le visite dei medici!
Troverà sicuramente qualcosa che non va, può essere un pupazzetto sul comodino, delle riviste sul letto, una radiolina; lâira, poi, diventa funesta se si accorge dellâintroduzione di una sedia sdraio da parte di qualche familiare costretto a passare la notte in ospedale.
Costretti, ribadisco, perché non è gente che si intrufola, ma gente che ha tanto di permessi firmati dal primario.
Parliamo ora della sala dâaspetto, luminosa con tante sedie e tante piante, ma senza televisore, perché suor Dolores non la vuole.
Per questo problema esiste però una soluzione, basta spostarsi nel vicino reparto di oculistica. Vi è un bel televisore, ma solitamente nessuno lo guarda. Per evidenti problemi alla vista, sâintende.
E se state pensando che basta aspettare che finisca il suo turno per rilassarsi, vi sbagliate.
Suor Dolores non ha orari. Eâ sua abitudine fare dei blitz anche durante la notte.
Una sera, si respirava unâaria diversa dopo che era giunta la notizia della partenza di suor Dolores per il fine settimana. Eâ stata unâillusione durata poco!
In fondo, però, non erano tutte queste sue fisse a darmi fastidio. Ciò che avrei voluto, in alcuni momenti, era un semplice sorriso ed è questo lâunico vero rimprovero che faccio a questa minuta suora vestita di bianco, una religiosa che dovrebbe trovare nella comprensione la ragione più profonda di ogni suo gesto.