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CONTRO LE IDEOLOGIE. CHI VUOLE UN "TEATRO NATURALE" ADDOMESTICATO E REMISSIVO HA SBAGLIATO INDIRIZZO
Ospitiamo una lettera critica su certe nostre scelte legate al vino, all'Aiab e alla campagna contro le ampolle d'olio. Siamo rimasti stupefatti di quanto sia poco chiaro il ruolo di un giornale. C'è ancora chi si attende posizioni di stampo ideologico. Una rivista di pensiero è però tutt'altra cosa, implica una libertà dalle appartenenze
04 giugno 2005 | T N
Guai a chi avanza critiche, non sia mai.
E' con questo spirito che spesso una parte del mondo rurale (quello che io definirei ideologizzato, o comunque appartenente a schieramenti ben precisi) vive le sue peggiori contraddizioni.
L'aver riportato le posizioni espresse da Roberto Pinton su "Green Planet", fortemente dure nei confronti della dirigenza Aiab, ma quanto mai argomentate e credibili, ha determinato qualche inevitabile malumore.
Così pure la nostra reprimenda verso la senatrice De Petris, in forza ai Verdi, non è stata evidentemente accolta con altrettanta serenità . Succede. Non sempre può far piacere scrivere posizioni contrarie verso certe realtà . Si è abituati in Italia ad avere un'informazione controllata, da regime. Quindi il messaggio è chiaro: nessuno che si permetta di avanzare dubbi su figure che devono solo essere osannate e riverite, come del resto accade in altre testate.
Già , avete mai letto altrove articoli critici in materia di agricoltura, con posizioni dure nei confronti di gruppi politici (a qualsiasi schieramento essi appartengano) o dell'associazionismo di categoria?
Provate a pensarci, non è mai capitato, tranne che in alcune, pochissime, sempre più rare testate libere come lo è per esempio "Teatro Naturale".
Tra le varie lettere ricevute questa settimana appena trascorsa, ne riporto una che mi ha fortemente irritato. Non per il disappunto che esprime, ma per l'atteggiamento irriverente di chi giudica il lavoro altrui senza nemmeno leggere gli articoli.
Noi non ci ammorbidiremo, saremo la spina nel fianco di quanti hanno gioco libero con testate compiacenti.
Continueremo ad essere quel che siamo sempre stati sin dal primo numero del sei settembre 2003.
Piaccia o meno, proseguiremo per la nostra strada.
Abbiamo posto in prima pagina questa nota inviataci da una non lettrice proprio per ribadire lo spirito che ci muove da sempre nel fare agricoltura scritta e una comunicazione livbera da appartenenze.
Tutto è a disposizione di tutti, gratuitamente e senza nemmeno ricevere danaro pubblico (di quello per intenderci che in tanti prendono senza realizzare nulla di buono, semplicemente perché sono negli ingranaggi giusti). Di questo siamo fieri.
Tutti gli articoli pubblicati sono peraltro patrimonio dei lettori, sempre consultabili e stampabili.
Non abbiamo voluto imporre alcuna forma di abbonamento.
L'archivio è a disposizione e a beneficio di tutti.
Questo è il nostro spirito. Unire testi di formazione a testi di informazione e, tra questi luoghi culturali, fornire anche uno spazio privilegiato alla formazione,in itinere di un pensiero rurale.
Per fare pensiero - si sa - non poteva certo mancare uno spazio di libera critica.
Qui da noi non vi è alcuna connotazione ideologica: non apparteniamo a nessuno e ne siamo fieri.
Ecco infine qui di seguito il testo della lettera giuntaci da Anne Marjatta Heliste, la quale fa parte del consiglio direttivo della Regione Umbria di una delle tre grandi associazioni di categoria agricole e si è inoltre presentata, in più di una tornata elettorale, con il gruppo dei Verdi. Buona lettura.
Scriveteci comunicando la vostra opinione al riguardo.
La lettera
Non mi sorprende affatto che un dirigente AIAB sia stufato di vostra newsletter, anche secondo me l'ultimamente ci è stato proprio un abbassamento di livello di qualità .
Alcuni esempi:
La difesa ferocissima del vino, per lo scopo economico ovviamente, ma senza tenendo conto che solo in Italia muoiono ogni anno 30 000 persone di malattie causate dall'alcol (contro 5000 morti di droga). qui non sono contate le persone morti negli incidenti stradali o altro, suicidi, le giornate di lavoro perse, le sofferenze dei familiari ecc.
Le reazioni infantili tipo: "lo detto prima IO! (L'ultima DePetris e le ampolle d'olio extravergine), cioè litigi inutili invece che essere contenti che le cose vanno avanti.
Roberto Pinton da qualche tempo non perde occasione di attaccare AIAB, però sempre con un cattivo gusto. non è una critica costruttiva ma lo scopo è di distruggere. Dobbiamo pure tenere conto che lui lavora per un'altra associazione del biologico meno noto, quindi bisogna anche un po' vagliare le sue scritte.
Sono contenta se voi veramente pubblicate tutte le lettere, Pinton non lo fa, almeno per quanto riguarda AIAB.
Anne Marjatta Heliste
IAP
La risposta
Gentilissima Lettrice,
se l'abbassamento della qualità coincide con i punti che lei ha elencato posso essere tranquillo: stiamo lavorando bene.
Le rispondo punto per punto.
La difesa ferocissima del vino
Non mi sembra che ci sia nulla di feroce e di così ferale: siamo moderati, seppure utilizziamo talvolta toni forti per destare dal sonno profondissimo di tanta gente, nel mondo rurale, abituata purtroppo a non reagire allo stato delle cose. "Teatro Naturale" va letto in tutti i suoi articoli, non soltanto fermandosi a singoli episodi. Altrimenti il giudizio sarà sempre parziale e incompleto. Sull'argomento nei mesi scorsi abbiamo ospitato tra l'altro un'intervista non certo molto favorevole al consumo dell'alcool. L'intervistato era Emanuele Scafato, il quale afferma: âL'alcol è di per sè una sostanza tossica e dannosa. Molte malattie, compreso il cancro, possono insorgere anche con un consumo moderatoâ. Ecco comunque il link, per un'utile rilettura: link esterno Non è in ogni caso l'unico articolo sul tema. A parte ciò, mi sembra in verità doveroso fare una opportuna distinzione tra i consumi alcolici. Il vino e i superalcolici - credo sia ormai un dato acquisito - rappresentano due mondi e due stili di vista distinti. Chi non accetta tale separazione è a mio parere prevenuto, oppure ha altre ragioni da far valere, ma solo di carattere personale, mi creda. Il vino per chi non ha pregiudizi è cultura, quindi è misura ed equilibrio; poi, su certe questioni, si sa, non è possibile essere categorici, ma di qui ad accusarci di una "difesa ferocissima", ritengo sia proprio eccessivo.
Una precisazione la lancio però a lei e a coloro che amano contabilizzare i morti solo per giustificare certe posizioni assunte senza il coraggio di scandagliare nel fondo della questione. Tutti gli abusi - tutti, di ogni tipo - sono dovuti a scelte personali irresponsabili o a debolezze o a mancanza di valori o a vuoto di pensiero o ad altro ancora: ci interroghiamo sui mali della società senza voler trovare le cause che li determinano. Troppo facile, troppo comodo. Si sceglie la via breve, la quiescenza, la mancanza di una lettura critica della realtà , di se stessi e della comunità in cui si vive. Tante morti dovute ad abusi? Non si cercano soluzioni vere, efficaci: si da' la caccia all'untore. Troppi alcolizzati? La colpa è del vino! Nessuno invece che si preoccupi di curare l'uomo che sceglie di abusare. Che leggerezza nell'affrontare i problemi, sono proprio deluso da una visone così semplicistica. Esiste una scienza, o se vogliamo un misto di scienza e arte: è la pedagogia. Nessuno oggi la prende in considerazione. Tutti si sentono maestri. Non hanno bisogno di nulla, hanno la verità in mano. C'è qualcosa che non va nell'uomo? Nessuno si guarda dentro per trovare soluzioni. E' solo una caccia all'untore.
Le reazioni infantili del tipo "l'ho detto prima io"
Lei cara signora non ha proprio idea di quel che accade nel mondo. O non conosce il significato delle parole, visto che ci liquida con accuse di infantilismo; oppure è così ingenua da credere addirittura in un mondo politico animato da vera passione civile, senza che si celino altri interessi, meno nobili. Purtroppo lei si limita a leggere titoli e sommarietti. Nell'articolo sulla De Petris avevo scritto: "Due approcci a confronto: da una parte 'Teatro Naturale', dallâaltra la De Petris e lâUnaprol. La nostra intenzione era di partire dal basso, dagli enti locali, per poi risalire verso lâalto, in Parlamento. Con il risultato di sensibilizzare lâopinione pubblica, i produttori e i vari operatori tra chef e ristoratori. Invece Unaprol e De Petris, forse in cerca di una facile e frettolosa visibilità , hanno preferito partire in quarta. Per loro conta lâimmagine più che la sostanza: far percepire agli olivicoltori insoddisfatti che qualcosa si sta muovendo. Per noi è solo un fatto culturale e la proposta di legge è solo un percorso lento ma progressivo per giungere a un risultato certo e condiviso. Non abbiamo alcuna intenzione di affrettare i tempi, perché il nostro proposito è di preparare le parti interessate ad acquisire la cultura della qualità , non a punirle e a costringerle ad andare in una certa direzione controvoglia. Per questo ci stiamo impegnando nel consultarci con tutti, in modo da prepararli anche a un passaggio culturale che non è ancora avvenuto".
Lei, gentile Lettrice, non ci legge, questa è la verità . Giudica soltanto. Io le suggerisco di scorrere tutto l'articolo, ecco il link: link esterno Forse lei ignora lo spirito, la passione che percorre tutta "Teatro Naturale". Ne ignora i propositi, l'idea originaria. Lega dunque gli editoriali di esordio, del 6 settembre 2003. Il mio: link esterno; e quello del coordinatore editoriale Alberto Grimelli: link esterno
Mi creda, qui non è in gioco una questione puramente infantile, c'è altro. Non sono litigi inutili. Ha trovato in me la persona sbagliata. Non mi accontento di ciò che mi può capitare, voglio contribuire a costruire la realtà insieme a coloro che non hanno mai avuto voce né spazio. Forse lei non se ne è accorta, ma l'agricoltura è stata scippata da gente che approfittando dell'assenza (soprattuto di pensiero) del mondo rurale ha devastato l'agricoltura rendendola socialmente inutile ed economicamente marginale. Contenta lei.
L'attacco ad Aiab
Non abbiamo alcuna intenzione di attaccare Aiab. Abbiamo semplicemente ripreso una nota polemica ben circostanziata di Pinton, tutto qui. Essendo "Teatro Naturale" una rivista di pensiero (e le ripeto: non ideologica), accettiamo tutte le visioni del mondo e quindi le sproniamo. Ci spiace semmai che il dirigente Aiab citato nel nostro articolo non abbia avuto argomenti per replicare, avendo preferito piuttosto cancellarsi dalla newsletter. Non è insomma da dirigenti assumere un simile atteggiamento. Quanto a Pinton, le sue critiche erano molto precise, non vuote parole per intenderci; indipendentemente da qualsiasi altra valutazione non si poteva certo iognorare un episodio così eclatante. Aiab ci legge, la sproniamo a esprimere la propria posizione. Abbiamo peraltro riportato nel corso di questi anni alcune loro iniziative, non abbiamo dunque nulla nei loro confronti; ma la chiarezza è chiarezza. Non crede?
Riguardo alla sua lettera
Mi lascia stupefatto.
Può cancellarsi dalla newsletter
Credo di essere stato esaustivo. Concepisco "Teatro Naturale" come un servizio a beneficio del mondo rurale. Offriamo peraltro gratuitamente questo servizio; e lo facciamo con tanta passione e onestà d'intenti in un mondo che non conosce e talvolta non sa apprezzare la gratuità . Può sempre cancellarsi dall'invio della newsletter, è sufficiente che lo richieda.
Luigi Caricato
Nella sezione "lettere" - a completezza di informazione - continua lo scambio di mail con la Redazione.