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LODE, STRALUNATA, AL COGLIONE TARGATO UNIONE EUROPEA

Viviamo in un mondo di matti. A Bruxelles accade di tutto. Si legifera su lunghezza e calibro delle banane. E presto, vedrete, anche per i possessori di scroto con coppia di testicoli al seguito si imporranno ferree misure standard cui attenersi. Nel frattempo si impone perfino una tassa sulla lettura e si discrimina la lingua italiana

26 febbraio 2005 | Luigi Caricato

Abituarsi a tutto, è l’inevitabile destino del cittadino dell’Unione europea. Le vessazioni imposte da Bruxelles le conosciamo tutti. Ora, intendiamoci, non vi è alcuna intenzione di denigrare le sacre Istituzioni. Non sia mai. Tutte le sante mattine levandomi dal letto volgo lo sguardo verso la bandiera blu contornata di stelle, opportunamente collocata al capezzale come si conviene a qualcosa a cui si è legati cuore a cuore; e così, accostando la mano al petto in segno di ringraziamento, sorrido al nuovo giorno che viene. “Resisti”, mi dico, “resisti”.

Avete preso bene le misure? Così Mario Giordano, in Silenzio, si ruba. Le troppe verità che ci nascondono per continuare a svuotarci le tasche (Mondadori, 1997), scrive senza tanti preamboli: “L’Europa è quel continente in cui: una banana non è una banana se non misura almeno 15 centimetri; un fagiolo non è un fagiolo se ha un diametro inferiore a un centimetro (...)”. Non solo, aggiunge Giordano: “L’europarlamento ha approvato persino una raccomandazione per invitare i cittadini a non sciare quando non c’è neve”.
Ma vogliamo tornare all’agroalimentare? “I cetrioli storti, infine, vengono messi all’indice perché metterebbero in difficoltà gli imballatori”.
E via e via a seguire, senza tregua; perché il legislatore europeo è sempre vigile e oltretutto sappiamo bene come funziona questa benedetta Unione. E tutti, bene o male, abbiamo pagato le conseguenze del suo lucifero legiferare. E attendiamoci dunque di tutto, perché tutto può passare nel cranio del legislatore europeo, perfino di regolamentare la sfera sessuale, stabilendo magari le misure standard cui attenersi.

Ora anche la lingua italiana è posta al bando. Ecco la notizia, riportata dal “Corriere della Sera”: la lingua italiana è stata cancellata da tutte le conferenze stampa (salvo quelle del mercoledì) tenute dai commissari dell’Unione Europea. Aspetto, questo, che di conseguenza esclude l’italiano dal gruppo delle cosiddette lingue stabili dell’Unione, a cui appartengono il francese, l’inglese e il tedesco. Insomma, nell’Europa dei tre si intende sempre di più scalzare il nostro Paese da una posizione di vertice, per relegarlo in ombra, al pari di altri Paesi, marginali. Il primo passo è quello di spegnere la lingua, di renderla lingua morta, confinandola alla sola area locale. Tranne che un giorno non ci impongano il divieto di parlare e scrivere l’italiano, anche all’interno dei nostro confini. Perché tutto può accadere, non c’è limite a nulla. L’inverosimile è sempre mescolato alla realtà, sornione e allo stato dormiente; e si affaccia appena può, facendo capolino con irruenza.

Semplici comprimari. Magnifico nella sua lucida analisi Ernesto Galli della Loggia, sulle pagine del “Corriere”: oggi – scrive - dobbiamo prendere atto di questo dato politico decisivo: e cioè che dal far parte del novero dei principali iniziatori della costruzione europea ne siamo diventati dei semplici comprimari. Ma non si tratta solo di questo. Attraverso la prospettiva della lingua siamo messi d’improvviso di fronte a un ulteriore aspetto fondamentale della suddetta costruzione europea, rimasto fin qui occultato dalla valanga di retorica che ci viene abitualmente rovesciata addosso quando si parla di Europa. E cioè che questa Europa non sembra affatto destinata a diventare un vero soggetto sopranazionale quanto piuttosto una struttura plurinazionale sottoposta alla leadership permanente, e sia pure bisognosa di consenso, di un ristrettissimo gruppo di Stati nazionali.

Con una Unione così sbilanciata, meglio starne fuori. Al diavolo l’Unione europea, con Francia, Germania e Gran Bretagna che si sono auto eletti a Paesi leader. Che senso ha parlare di una Europa unita quando poi il governo di questa è nelle mani di soli tre Stati? Ciò che stupisce, semmai, è il silenzio dei nostri politici, a destra come a sinistra. I politici nostrani si sono rivelati degli inutili pesi, responsabili in toto di un simile arretramento. Nulla si è fatto negli anni per difendere la nostra identità, la storia, le tradizioni. Sempre succubi di quanto accade, sempre svogliati e inconcludenti. Come al solito. Presenze inutili. Noi viviamo l’Unione europea senza capirne il senso profondo delle cose, con rappresentanti del popolo che sembrano zombie pronti a ritirare unicamente lo stipendio. Qualcuno un tempo pensava a una Unione sopranazionale, e ha creduto fortemente a tale proposito, io tra questi, ma oggi la realtà è ben diversa, a prevalere è solo la triade anzidetta. E allora vaffanculo, vaffanculo cara e non più amata Unione europea.

I politici italiani, che ridere. Si dimettano, vadano a casa. Ecco il pensiero del presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini, raccolto da Paolo Di Stefano per il “Corriere”: la colpa tipica dei politici italiani, e non da oggi, è trascurare la questione linguistica: un po’ perché sono assenti alle riunioni, un po’ perché sono incompetenti, un po’ perché la faccenda viene sottovalutata, e nessuno ne fa una vera questione politica di principio.

Che balle, madame Le Bail! Alle proteste dell’Italia, la signora Francoise Le Bail, figura umana di nazionalità francese a capo del servizio dei portavoce, giustifica la decisione ricordando che le lingue di lavoro riconosciute nei Trattati sono soltanto tre. Non crede vi sia alcuno scandalo e neppure una discriminazione, perché per lei l’italiano resta comunque una “lingua aggiunta”, di solito a rotazione con lo spagnolo.

Intanto, prima che l’Ue ci impedisca anche di leggere i libri in biblioteca, dapprima attraverso l’istituzione di una iniqua tassa sui volumi in prestito e poi chissà, vi presento una piacevolissima “Lode al coglione”, che ovviamente dedico senza malintesi a ciascuno dei membri (omissis). E per dimostrare tra l’altro alla signora Le Bail che il mio disappunto verso la scelta di escludere l’italiano dai palazzi di Bruxelles non mi pone affatto contro la lingua francese (e nemmeno contro quella inglese o tedesca) - nonostante mi girino pur vorticosamente le balle - le riporto tutto il mio amore che da sempre nutro per la letteratura della terra che fu di Asterix con una divertente citazione dal capitolo XXVI del Gargantua e Pantagruel (1542) di François Rabelais. Buona lettura a tutti.

Dialogo tra Panurgo e Fra’ Gianni. Panurgo, arrabbiato delle filastrocche di Her Trippa, passata la borgata di Huymes, si rivolse a Fra Gianni e gli disse belando e grattandosi l'orecchio sinistro:
- Tienimi un po' allegro, budellone mio, mi sento tutto squintesconcertato lo spirito dai discorsi di quel pazzo indiavolato. Ascolta, coglion vezzoso, coglion monachino, coglion rinomato, coglion pasticciato, coglione intrecciato, coglion piombato, coglion lattato, coglion feltrato, coglion calafatato, coglion maculato, coglion rilevato, coglion di stucco, coglion grottesco, coglione arabesco, coglion d'acciaio, coglion conciato alla levriera, coglione assicurato, coglion garantito, coglion calandrato, coglion ricamato, coglion diasprato, coglion stagnato, coglion martellato, coglion lardellato, coglion giurato, coglion borghese, coglion granato, coglione d'esca, coglione arrabbiato, coglione incatramato, coglione intabarrato, coglione appostato, coglione incappucciato, coglion desiderato, coglion verniciato, coglione d'ebano, coglion di brasile, coglion di bosco, coglion di passo, coglione a gancio, coglione a stocco, coglion sfrenato, coglion forsennato, coglion affettato, coglione ammucchiato, coglione compassato, coglion farcito, coglion paffuto, coglion forbito, coglion grazioso, coglion polverizzato, coglione intero, coglion gerundivo, coglion genitivo, coglione attivo, coglion da giganti, coglion vitale, coglione ovale, coglion magistrale, coglion claustrale, coglion monacale, coglion virile, coglion sottile, coglion di rispetto, coglion di ricambio, coglion di soggiorno, coglion d'audacia, coglion massiccio, coglion lascivo, coglion manuale, coglion goloso, coglione assoluto, coglion risoluto, coglion cappuccio, coglion gemello, coglion cortese, coglion turchese, coglion fecondo, coglion brillante, coglion fischiante, coglion strigliante, coglion gentile, coglione urgente, coglion banale, coglion lucente, coglion decente, coglion bruschetto, coglione pronto, coglione impulsivo, coglion fortunato, coglion gracchione, coglion manzalino, coglione usuale, coglion d'alto liccio, coglion squisito, coglion richiesto, coglion fanale, coglion culotto, coglion vinoso, coglione guelfo, coglion di graspo, coglione orsino, coglion patronimico, coglion poppino, coglion vespino, coglion alidadato, coglion amalgamato, coglione algebrato, coglion robusto, coglion venusto, coglion d'appetito,
coglione insuperabile, coglion soccorrevole, coglion gradevole, coglion memorabile, coglion notabile, coglion palpabile, coglion muscoloso, coglion bardabile, coglione sussidiario, coglione tragico, coglion satirico, coglion traspontino, coglion ripercussivo, coglion digestivo, coglione convulsivo, coglione incarnativo, coglion ristorativo, coglion sigillativo, coglion mascolinante, coglione ronzinante, coglion rifatto, coglione ulminante, coglion tonante, coglione scintillante, coglione arietante, coglion stridente, coglione aromatizzante, coglione diaspermatizzante, coglione timpanante, coglion sgargiante, coglion russante, coglion pagliardo, coglion pigliardo, coglion gagliardo, coglione dondolante, coglione sovrapposto, coglion scappellottante, coglion frugante, coglion chiavante, coglion capovolgente, mio coglione archibugiante, coglione culettante, frate Gianni, amico mio, io ti ho riverenza ben grande, e ti riservavo come dulcis in fundo. Or dimmi su l'avviso tuo, te ne prego: devo sposarmi o no?
Fra Gianni in tutta giocondità di spirito gli rispose:
- Sposati, per tutti i diavoli, sposati e scampana giù a doppio scampanio di coglioni, e presto, il più presto, dico e intendo, che potrai; e da oggi fino a sera fanne subito scricchiolare banchi e letti.