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ANGELO MACI: "ASSOCIARSI IN COOPERATIVA IMPLICA UNA PERDITA IN AUTONOMIA, MA IN COMPENSO SI VENDE MEGLIO IL PRODOTTO"
E' davvero utilizzato bene il sistema cooperativistico nel nostro Paese? O si tratta di realtà costituite unicamente per prendere fondi dallo Stato e realizzare il nulla? Lo abbiamo chiesto al presidente di una tra le più vitali cooperative del Sud Italia. Sono qualità e vitigni autoctoni i cavalli di battaglia
04 dicembre 2004 | Alberto Grimelli
Nato nel 1943 a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, sposato con lâAvv. Assunta De Cillis, ha quattro figli.
Pur provenendo da una famiglia di consolidata tradizione enoica, le sue esperienze lavorative si sono indirizzate in altri settori. Dapprima ha fatto parte del gruppo Armando Curcio Editore, quindi è stato Ispettore Assicurativo RAS, in seguito anche Vice Comandande dei Vigili Urbani.
Studente lavoratore, ha conseguito il diploma di Perito Agrario e solo nel 1972 riconsidera le tappe a suo tempo percorse dal nonno materno, Ettamiano Martina, quando ne eredita parte dei vigneti e la cantina.
Comincia ad occuparsi di vino, vendendo dapprima il prodotto in navi cisterna allo stato sfuso, quindi, dopo aver fondato le Cantine Due Palme s.c.a.r.l., convince il Consiglio di Amministrazione e scegliere di commercializzare i propri vini in bottiglia. Crescono pian piano i consensi e prende avvio lâorganizzazione di un ufficio per le vendite con lâestero, considerando peraltro che, oggi, la quota delle vendite fuori dallâItalia si attesta al 98% del totale dei vini prodotti.
Oggi Cantine Due Palme è una realtà consolidata, attiva, che produce e commercializza 3 milioni di bottiglie.
Nel 1999, con Ettore Falvo del Gruppo Avignonesi di Montepulciano e con la Famiglia Guercia Sammarco di Lecce costituisce la S.p.A. Masseria Li Veli, di cui diviene direttore generale. Si tratta di una società che comprende circa 50 ettari di terreno vitato e unâantica masseria con cantina.
- Da cosa deriva la percezione distorta, tipicamente italiana, che le cooperative siano unicamente di sinistra, costituite per prendere fondi dallo Stato, ovvero società assistite e foraggiate senza che debbano produrre alcun risultato e senza che siano minimamente utili al comparto di riferimento?
Tale percezione è dovuta prevalentemente al fatto che in Romagna esiste unâalta concentrazione di coop schierate politicamente, inoltre la stessa notissima catena della Grande Distribuzione ha una connotazione di sinistra molto evidente. Gli scandali di qualche anno fa, con fondi statali andati âdispersiâ, hanno nuociuto allâimmagine delle coop in senso generale. Ora mi auguro e spero che lâatteggiamento del consumatore sia mutato, che vi maggiore fiducia verso questa forma di associativismo produttivo che può stimolare e far crescere un territorio. Deve anche cadere la semplicistica equazione coop uguale sinistra, Cantine Due Palme (ndr la cooperativa di cui Angelo Maci è presidente) annovera soci di sinistra, destra e centro, senza distinzioni, lâobiettivo è fare vino di qualità , non politica.
- Usualmente gli agricoltori sono restii ad affidarsi ad associarsi a cooperative per paura di perdere la propria libertà ? Cosa risponde a questi contadini?
à innegabile che associarsi a una cooperativa implichi una perdita di autonomia, conferire il prodotto, vederlo miscelato a quello di altri viticoltori può dispiacere ad alcuni.
Tuttavia, in alcuni casi, diventa una scelta obbligata. Servono infatti ingenti somme per costruire una cantina ed attrezzarla per produrre vini di qualità , come pure per pubblicizzare il prodotto e venderlo in maniera remunerativa. Non tutti dispongono dei soldi, capacità ed esperienza per mantenersi indipendenti. Inoltre dobbiamo anche guardare allâaspetto positivo, la cooperativa è anche certezza di vendere il proprio prodotto e di vederlo pagato in maniera equa.
- Le cooperative sono utili per il rilancio del territorio. Questo emerge dallâesperienza di Cantine Due Palme. Non solo valorizzazione della produzione locale, vincitrice di numerosi premi anche a livello internazionale, ma anche salvaguardia delle piccole proprietà dallâabbandono e dalla trascuratezza. Un progetto dâampio respiro che vede coinvolti tutti gli agricoltori?
Naturalmente, i soci agricoltori sono lo stesso nucleo fondante della Cantina Due Palme, come spero di ogni altra coop. Dalle loro esigenze e necessità nascono e scaturiscono progetti ed idee che poi vengono sviluppate e portano, spesso, a risultati concreti.
Attualmente, nellâambito di una fusione-incorporazione di unâaltra cooperativa, stiamo studiando la possibilità di affiancare al vino anche unâaltra ricchezza del nostro territorio: lâolio extravergine. Non esistono infatti solo vigneti ma anche oliveti che, troppo spesso, vengono trascurati. Costruire un oleificio, un frantoio sociale e mettere a disposizione degli agricoltori la nostra esperienza e i canali commerciali già aperti per i nostri vini, questa è la prossima scommessa della nostra cooperativa.
Per come la vedo io, il coinvolgimento degli agricoltori è essenziale, da loro, che operano sul campo, devono venire proponimenti, idee che poi spetta allo staff della cooperativa realizzare e tradurre in pratica.
- Differenziazione di prodotto. Parola magica che evoca lauti guadagni e minori rischi imprenditoriali. Non si rischia però di dimenticare che solo con adeguati volumi di vendita è possibile penetrare in certi mercati?
à ovvio che con modestissime quantità è impossibile commercializzare, in maniera significativa e diffusa, allâestero.
Ai volumi di vendita non va però sacrificata la qualità , può sembrare unâovvietà ma è facile cadere in tentazione, scendere a compromessi. Fin troppo facile cedere a piccoli passi, è tuttavia la via del declino. Se si vuole crescere non câè che una parola dâordine: qualità .
- Vitigni internazionali contro vitigni autoctoni. Biodiversità contro standardizzazione. Non le sembra uno scontro filosofico e culturale più che tecnico e colturale?
Sono perfettamente dâaccordo con la sua analisi. Non si tratta di una scelta esclusivamente tecnica. Vorrei anche aggiungere che si tratta anche del nostro baluardo e difesa contro i vini del nuovo mondo, dei Paesi emergenti che riescono a produrre buoni vini a prezzi più competitivi dei nostri.
Il legame col territorio di alcuni nostri vitigni, quel mix di suolo, clima, germoplasma e storia, cultura è qualcosa che non è possibile replicare, clonare.
Ecco allora che, anche ai soci di Cantine Due Palme, che si consultano con me prima di piantare nuovi vigneti consiglio i nostri grandi vitigni autoctoni del Salento, come Primitivo e Negroamaro, vitigni coltivati già dai nostri nonni e ancor prima e che, se vinificati in maniera corretta, possono dare prodotti eccellenti anche ai nostri giorni.