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Ora è la Spagna olearia a buttarsi sulla scia dell'Italia: qualità e denunce

Firmato un protocollo d'intesa tra tutte le sigle del settore olivicolo-oleario per migliorare la qualità delle produzioni per venire incontro alle esigenze dei mercati. Non basta però la qualità: Upa denuncia Carrefour per una vendita di extra vergine scandalosamente sottocosto

23 gennaio 2014 | C. S.

Il 2014 si apre per la Spagna all'insegna della qualità olearia.
Nei primi giorni dell'anno, infatti, a Madrid è stata siglato un protocollo d'intesa, alla presenza del Ministero dell'agricoltura e dell'ambiente, Miguel Arias Cañete, per perseguire il miglioramento della qualità.
Tutte le sigle hanno aderito all'accordo, dagli industriali alle associazioni degli olivicoltori. ACES, Anged, Asedas, Anierac, Asoliva, Infaoliva, Cooperativas Agroalimentarias de España, Asaja, COAG, UPA hanno ratificato un'intesa che prevede collaborazione sul fronte dei controlli ma anche della promozione.
Nella stessa giornata il Ministro dell'agricoltura spagnolo ha ricordato che la Spagna si pone all'avanguardia dell'Ue poiché ha già previsto, nella propria normativa, l'obbligo del tappo antirabbocco per le bottiglie presentate nei pubblici esercizi.
Ricordano i numeri del settore, 2,6 milioni di ettari olivetati, 360mila persone che vivono, direttamente o indirettamente, di olio d'oliva e un export in 100 paesi per 1,8 miliardi di euro di fatturato, il Ministero ha così ribadito la centralità del comparto per l'economia iberica.

Negli stessi giorni, però, la rappresentanza degli agricoltori, l'Upa, ha denunciato Carrefour per una vendita sottocosto considerata scandalosa: 1,89 euro/litro per l'extra vergine, contro i 2,20 euro/kg del prezzo medio all'origine delle ultime settimane.
La denuncia è stata presentata alla nuova Agenzia nazionale per l'informazione e i controlli alimentari. Insieme con l'atto di denuncia è stata presentata abbondante documentazione che testimonia l'impossibilità di vendere olio extra vergine d'oliva ai prezzi proposti. L'Upa ha dichiarato che la denuncia presentata rappresenta una “prova del fuoco” per la nuova autorità che dovrebbe aprire un'investigazione sul tema, proibendo poi le vendite sottocosto e prendendo tutte le successiva misure conseguenti perchè tali abusi non abbiano più a ripetersi.

 

La Spagna si pone così sulla scia dell'Italia, non tanto in tema di qualità olearia, quanto per quanto riguarda controlli e sistemi antitruffa.
La vendita o la somministrazione al cliente in ampolle anonime in Italia è già vietata dal 2006 e solo la strenua opposizione di alcuni attori della filiera ha impedito che, nella legge Mongiello, fosse inserito l'obbligo del tappo antirabbocco.
La stessa legge Mongiello, oltre a rafforzare, in maniera significativa i poteri degli organi di controllo e gli strumenti a loro disposizione, regolamenta le vendite sottocosto.